L’Italia di oggi sembra pensare solo a crisi, spread, debito pubblico, euro sì-euro no, inflazione e stagnazione, recessione, corruzione, tantissima corruzione.
Nonostante ciò, c’è ancora qualcuno che ha voglia, un 13 gennaio qualunque, di offrire una cena a persone bisognose, tutte italianissime (non lo dico per razzismo, ma per sottolineare quanto sia scesa l’asticella del “benessere”) e tutte dignitosissime.
Sono quelle persone che non vedrai mai urlare in piazza “vaffa…!”, né aderire a movimenti populisti con la schiuma alla bocca, perché sono persone per bene (volutamente staccato), che non sanno fare altro che amare l’Italia, rispettare il prossimo e le leggi.
In questo momento sono bisognose (forse lo sono state anche in passato, chi lo sa?, ma poco importa), ma non per questo perdono il sorriso e la gioia e, soprattutto, la speranza. Sembrerà paradossale, ma è su di loro che poggia il cambiamento futuro, sono loro i pilastri solidi su cui noi potremo costruire il risveglio delle coscienze (che è già partito!). Sono le radici senza le quali non si vola.