Dedico a Lorenzo una poesia che scrissi per la prematura scomparsa di Fabio T. e che mai avrei pensato di riprendere.
LA VEGLIA
Lo sgomento, l’affanno, salgono,
gradino dopo gradino,
– per codardia, o per altro,
non volevo calarmi in quel microcosmo
in bilico tra il reale e il sogno –
e, inevitabile, cedono il passo
alla cascata di indizi della tua assenza.
Esito: perché piangere una zavorra,
priva di chi ha imbastito tra loro
le vite di tutti noi, quassù, separati
dal normale scorrere dei minuti,
che, per contrappasso, si aggiunge
dolcemente al nostro peso.
Tu, invece, sei già lieve, sospeso,
quasi sorretto dal colpo d’ala
col quale, senza esitazione,
hai preso le distanze in un istante
qualsiasi delle nostre vite, quello stesso
in cui, finalmente, non ti vedo
dove tutti ti piangono.
E il conforto, quasi gioia puerile,
mi illude della tua vicinanza.
A Fabio, morto il 22.2.93