Premessa
Scrivo a caldo, dopo una partita stancante a causa del freddo e della pioggia a tratti torrenziale. Secondo: non mi interessa fare polemica calcistica spiccia, né scrivere da tifoso, né tantomeno recriminare alcunché (il Bologna ha 17 punti, il Napoli 47; stiamo parlando di niente).
Detto questo,
osservo il fenomeno di costume, la partita di calcio, e non posso fare a meno di ricordare i Bologna-Napoli del mio passato, quando i valori in campo erano più o meno gli stessi di oggi, un Bologna da metà classifica e una Napoli sempre ad alti livelli (tranne qualche raro anno). Ricordo gli anni di Bagni (che incidentalmente oggi lavora proprio per il BFC 1909), di Maradona e di Bruscolotti, Ruud Krol (io purtroppo mi ricordo anche di Antonio Juliano che poi venne a giocare anche a Bologna). Bei tempi.
Tempi in cui c’era un arbitro e due guardalinee, che vestivano ancora di nero, quasi a rimarcare il loro ruolo liturgico nella sacra funzione della domenica pomeriggio (non si giocava mica a ogni pie’ sospinto come oggi, e tutte le partite iniziavano regolarmente alle 15).
Oggi invece di arbitri ne abbiamo sei o sette, ho perso il conto, ed è peggio che andare di notte. Mi riferisco al fallo non fischiato su Diamanti e al rigore inesistente di pochi minuti dopo. Va bene, va bene tutto, peccato che sono episodi che rovinano un bella partita giocata a viso aperto da entrambe le squadre, un Napoli dai grandissimi valori tecnici in campo, e un Bologna mediocre che come piccolo Davide provava a sopraffare il gigante con il gioco del calcio.
Tutto stava andando alla perfezione, belle azioni da ambo i lati, una bella partita davvero, tant’è che se fosse andata avanti così, pareggio, vittoria o sconfitta avrebbero contato poco, perché l’avrebbe decretato il campo. Invece, questi damerini dalle livree più colorate di un pappagallo brasiliano, mossi da non si sa quale protagonismo, sbagliano più di prima, ma soprattutto peggio di prima, perché al di là dell’errore (che esiste e esisterà sempre), dimostrano che non sanno più tenere il pugno della situazione, che non sono solo i 22 in campo, ma anche lo stadio circostante.
Non capiscono che non sono lì solo per amministrare fuorigioco millimetrici, o espulsioni esemplari, ma devono anche capire il clima dello stadio, dove decine di migliaia di persone alimentano gli eggregori (ebbene sì, l’ho detto) delle due squadre che si fronteggiano sul campo. Sono una delle due rovine del calcio, o meglio della serie A, che andiamo a guardare oggi. Peccato. L’altra è la TV, ma ne parliamo un’altra volta.