Quando Nick Bilton del NY Times, durante un’intervista, chiese a Steve Jobs se i suoi figli usassero l’iPad, ricevette questa eloquente risposta:
They haven’t used it. We limit how much technology our kids use at home.
Sarebbe infatti arbitrario, sebbene si possa indulga spesso a pensarlo, che la casa di uno dei più grossi produttori di “gadget” tecnologici sia essa stessa a guisa di come i consumatori di tali prodotti desiderano che sia la propria. È come pensare che casa Pirelli sia piena di copertoni, o qualcosa del genere: possibile, ma poco probabile; non è infatti detto a priori che ci si debba identificare per forza con il proprio lavoro, o meglio con ciò che si produce, con buona pace di chi produce feretri!
Il giornalista, nell’articolo completo che si può leggere qui, si stupisce invece proprio di questo, del fatto che le sue attese (o sarebbe meglio chiamarle illusioni?) non siano state soddisfatte. E successivamente compila un dettagliato elenco di eminenti personaggi del mondo tecnologico americano, che vietano orgogliosamente ai propri figli iPad, iPod, computer e tecnologia in genere, a vantaggio invece di libri (sì, quelli di carta! afferma stupito il giornalista) e altri giochi/interessi manuali.
Al di là delle ragioni raccolte presso gli intervistati, sono altri i dati più rilevanti che si possono cogliere da questa intervista. Ad esempio, nell’articolo si parla solo di famiglie di leaders miliardari (classe elitaria dominante), non di gente comune; poi che, pur riconoscendo essi varie tipologie di danno che determinati dispositivi producono (“addiction” – dipendenza, danni da radiazioni, esposizione a cyberbullismo e/o pornografia, ecc.), non sono minimamente preoccupati del fatto che questi danni avvengano sulla grande massa degli acquirenti dei prodotti da loro venduti.
E il punto, a mio parere, è proprio questo. Senza alcuna dietrologia, sembra di notare la volontà ben precisa delle élites di preservare la propria genie dai potenziali danni di questi strumenti, e lasciare invece che il “popolo bue” se ne abbeveri il più possibile. Adan Salazar su InfoWars.com sostiente esplicitamente che:
The fact that billionaires consciously limit their children’s device screen time and opt out of public education, while at the same time promoting both for the public, should be red flags signaling a deliberate plot to establish a future workforce comprised of dumbed down Americans.
Che sia allora già in atto l’apocalittica ascesa del Re del Mondo?