La canzone ormai non la sopporto più, anche perché ce la propinano tutte le domenice in cui il Bologna Fotball Club (detto come è scritto) gioca in casa allo stadio Comunale (lo chiamo ancora così, meglio di Dall’Ara. Forse bisognerebbe tornare a chiamarlo Littoriale o, perché no?, Arpinati).
Però oggi più che mai torna buona (non si butta mai niente, in fondo) vedendo la pronta reazione delle istituzioni (a proposito: a chi si deve la grande idea? Al Comune? Alla Protezione Civile? Al Genio Civile?) alla imminente minaccia di esondazione del fiume Reno che, per i non bolognesi, è un fiume di media portata (Wikipedia docet) che lambisce la città felsinea.
Ho vissuto a pochi metri dai luoghi immortalati nella foto e non ricordo mai minaccia così grave e imminente, tanto da giustificare ben tre, e dico tre, ordini di sacchi di sabbia sovrapposti, per un totale di circa 60-70cm di trincea anti-esondazione.
I tempi sono cambiati. Una volta l’unico a preoccuparsi (forse) sarebbe stato il solfanaio Sisto, che occupava abusivamente l’angolo di greto tra Viale Togliatti e Via De Pisis, e qualche umarell che aveva l’orto (sempre abusivo) sulla riva.
Encomiabile tanto sforzo e profusione di mezzi e presidi (i sacchi), con l’unico rischio di scadere nel ridicolo.