È ancora molto frequente, a maggior ragione in questa epoca di facile manifestazione delle proprie opinioni su mezzi ad ampia risonanza (social, telefonini, mail, web, ecc.), la convinzione che la “bontà” di un ideale possa giustificare qualsiasi atteggiamento violento e aggressivo, che pure vada paradossalmente contro l’ideale stesso.
Sto pensando ai tristi fatti recenti riguardanti la studentessa che si è dichiarata favorevole alla sperimentazione animale. Per nobilissimi motivi. Come per altrettanto nobili motivi i cosiddetti “animalisti” (a molti dei quali però toglierei il suffisso “-sti”) hanno manifestato il proprio dissenso. Non entro nel merito. Non mi interessa.
Osservo solo che, come già Massimo Scaligero faceva notare, anche la più nobile delle azioni, come ad esempio marciare per la pace, possa essere potenzialmente sinonimo e portatore del valore opposto:
“Quando si vedono cortei in marcia, pacifici o minacciosi, sotto qualunque segno essi muovano, recanti cartelloni o grandi ritratti, occorre pensare che, per quanto ciò possa essere l’espressione di sentimenti giustificati, è il segno di una mancanza di fiducia nella ragione umana: è il segno della persistente incapacità dell’uomo a operare mediante l’impulso della conoscenza, a muovere la realtà con la forza della moralità e della sua logica“.
In pratica, quanto più è alto l’ideale a cui mi ricollego e che tento di difendere, tanto più è giustificata l’efferatezza e la violenza delle mie azioni a difesa dello stesso. Marcio per la pace ma preparo la guerra.
Piero Cammerinesi, nell’articolo Uomini e Bestie pubblicato sul blog www.coscienzeinrete.it, afferma:
Lo stesso potremmo dire riguardo a questa brutta storia italiana. C’è chi crede di amare il mondo animale ma in realtà fa esattamente l’opposto di quanto il mondo animale gli chiede: vale a dire crescita di coscienza e sviluppo morale.
A mio parere, non esiste nessuna giustificazione all’aggressione del prossimo, solo e soprattutto per la diversità delle proprie opinioni, fossero anche totalmente divergenti.